OCCUPAZIONE E FLEXIBILITY SICURA
Tra i diversi temi introdotti dal Jobs Act, la volontà di modernizzare il mercato del lavoro attraverso interventi strutturali in ottica di aumento di occupabilità e di forme di flessibilità del lavoro che favoriscano maggiore sicurezza, tutele e diritti ai lavoratori.
Una delle grandi novità la rimozione delle rigidità del contratto a tempo indeterminato, reso attrattivo dagli incentivi per le aziende che ne fanno uso e stabilendo costi maggiormente prevedibili in caso di recesso.
I dati forniti da INPS e Ministero del Lavoro appaiono confermare un aumento percentuale di circa l’8 per cento della quota del lavoro stabile sul totale delle assunzioni.
Altro tema importante, tuttavia ancora da attuare, riguardano i servizi al lavoro e le politiche attive, con l’obiettivo di spostare l’asse della spesa pubblica verso l’attivazione di politiche per le persone disoccupate.
In questo modo viene riconosciuto un ruolo dato dal governo alle Agenzie del Lavoro (APL), che si sviluppa in tre punti:
Ø Coinvolgimento della rete nazionale dei servizi per il lavoro;
Ø Istituzione dell’Albo nazionale dei soggetti accreditati a gestire i servizi al lavoro;
Ø Previsione dell’assegno di ricollocazione, richiedibile dai disoccupati percettori della Naspi, dopo quattro mesi di permanenza nello stato di disoccupazione, volto al reinserimento lavorativo.
L’ultimo passaggio, relativo agli strumenti di flessibilità, con l’introduzione del tempo indeterminato più flessibile, volto ad eliminare i contratti più precarizzanti.
Il disegno Jobs Act appare così focalizzato ad una flessibilità di qualità, teso alla uscita dalla eccessiva rigidità tale da compromettere il mercato del lavoro.
L’attuazione di tale disegno impiegherà, tuttavia, gli anni in divenire data la dicotomia esistente tra assunti prima e dopo il 7/3/15, data che determina la disciplina applicabile al rapporto di lavoro.